domenica 7 novembre 2010

SCHWARZWALD

La proposta arriva puntuale a fine giugno: 4 giorni in totale relax nella selvaggia Schwarzwald con i miei migliori amici... Quale modo migliore per festeggiare il compleanno?
Quando Geneviève mi ha proposto questo viaggio non ho avuto esitazioni e da subito mi sono messa al lavoro per trovare informazioni dettagliate sulle località che avremmo visitato.
La nostra squadra si è messa in moto: Mario ha prenotato un ottimo hotel nelle vicinanze dell’Europa Park (a Kenzingen per la precisione), Geneviève si è occupata della strada da percorrere e del navigatore, io ho stampato cartine e percorsi “didattici”, ma non per questo noiosi.
Ci aspettavamo la tranquillità della regione franco/tedesca e la bellezza dei suoi paesaggi, ma non eravamo preparati alla sorpresa che ci attendeva.

Venerdì mattina ci ha accolto un Freiburg im Breisgau infreddolito,  sotto l’ombrello, in un’atmosfera gotica e nostalgica.
Abbiamo apprezzato i colorati mosaici dei marciapiedi di fronte ai negozi che suggeriscono la natura delle attività svolte, la piazza del mercato, la cattedrale con la bella torre e il municipio.
Nel pomeriggio la passeggiata al lago Titisee ci ha regalato momenti di serenità totale, anche se il freddo pungente ci ha bloccato il flusso delle emozioni.

Il giorno successivo abbiamo visitato l’Europa park, un ottimo modo di svagare il fanciullino che è sempre vivo dentro di noi, e alla sera, tornando all’Hotel distrutti, ci siamo diretti in pasticceria per ricaricarci con un’ottima fetta di kirsche torte.

L’ultimo giorno il nostro umore si è un po’ incupito  per l’imminente ritorno al quotidiano grigiore, ma un’inattesa scoperta ci attendeva a Strasbourg.
La città ci ha accolto con un naturale benvenuto, il vociare allegro dei turisti mescolato ai movimenti lesti dei suoi abitanti in cerca di buoni affari tra le bancarelle che affollano un intero quartiere.
Attraversato il centro ci siamo diretti al fiume Ill, da cui deriva il nome Alsazia, per la sua navigazione.
La gita alla scoperta della Vecchia Strasburgo in bateau mouche ci ha riempito di commenti entusiasti, ma l’emozione più grande l’ho provata durante la salita del battello sulla prima chiusa: mentre l’acqua riempiva velocemente il canale per farci salire di livello, un viso conosciuto si è affacciato dal ponte che ci sovrastava.
Per un momento sono rimasta senza fiato: la donna che stava assistendo alla scena era la copia di mia madre!
Pur sapendo che non poteva essere lei, che in quel momento era sicuramente in Italia, non sono riuscita a trattenermi dal chiamarla.
Ovviamente la signora non  ha risposto, ma io sono rimasta turbata: non poteva essere solo un caso di somiglianza.
Sfortunatamente la navigazione era ancora all’inizio e io non sono riuscita a scendere per avvicinarmi.
Geneviève mi ha guardato stupita e ho capito che anche lei si è accorta della stranezza di quell’incontro.
La nostra mente è stata repentinamente distratta dalle bellezze della città vecchia, il nostro sguardo seguiva le immagini commentate dalla nostra guida virtuale multi-lingue pre-registrata.
Per il ritorno decidiamo di allungare il giro fino alla nota località termale di Baden Baden.
La delusione aleggia nell’aria e Mario, esprimendo il pensiero di tutti ha esclamato: bella, ma non c’è nulla che valga la pena di vedere! Così dopo aver fatto un fugace giro al Casinò (sfizio del nostro accompagnatore) abbiamo deciso di tornare a Kenzingen.
Mentre attraversiamo il paese una nuova sorpresa: la signora vista a Strasburgo è lì davanti al negozio del paesino! Non riuscendo a trattenermi vado subito da lei e in preda all’agitazione cerco di spiegare, in un tedesco molto zoppicante, il motivo del mio stupore.
Lei subito mi sorride e il volto si illumina, capisco che non centra nulla il caso, e mi risponde in un italiano altrettanto incerto!
La spiegazione è semplice e complicata nello stesso tempo…
Olga mi ha raccontato che circa 60 anni fa sua madre era emigrata da un piccolo paesino della montagna piemontese alla ricerca di fortuna, giunta in quel piccolo paese della foresta nera aveva conosciuto un cuoco, che aveva poi sposato.
Purtroppo, dopo pochi anni dalla nascita della figlia, una malattia  si era portata via la cara mamma e con lei ogni ricordo della famiglia d’origine.
Queste poche parole a mano a mano riaccendevano il ricordo dei vecchi racconti della nonna… il nome Olga, mi disse, le era stato dato proprio per ricordare la sorella della madre, lasciata in Italia.
Il mistero era svelato, a Kenzingen avevo ritrovato la cugina di mia madre, di cui ignoravamo l’esistenza.
Negli anni della guerra purtroppo il servizio postale non era dei più efficienti e,  dopo le prime missive, si era perso ogni contatto, mia nonna aveva così data per scontata la scomparsa della sorella.
Tra le lacrime ci siamo raccontate le nostre vite e ci siamo lasciate con l’invito a visitare l’Italia non appena possibile.

La Foresta Nera ci ha lasciato serenità con la sua armoniosa natura, gentilezza con la sua gente, divertimento con il suo parco a tema, ma soprattutto una grande gioia, quella di ritrovare una parte della mia famiglia, da tempo perduta, in questo piccolo angolo di paradiso.

N.B. Le foto sono state prese in prestito da internet, le mie sono quasi tutte con i miei compagni di viaggio e per questo preferisco non pubblicarle.





4 commenti:

  1. bhuahahaha questa reinterpretazione è favolosa....
    e comunque....Voglio tornare la..... mi manca....
    e voglio tornare all'europa parkkkkkkkk...nel pallone al buio...discesa veloce e musica da disco a pallaaaaaaaaaaa.....F.i.g.a.t.a. !!! :D
    ♥♥♥

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  2. ho aggiunto solo una pennellata di colore quà e là... per il resto tutti ricordi bellissimi da rivivere presto, spero!

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  3. Ciao Pat! è tantissimo tempo che non entro più nel tuo blog...che dire se non COMPLIMENTI!!!
    Un talento sprecato nello studio cento C...
    :-) :-) :-)

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  4. Grazie! mi diverto molto scrivendo... è un modo per rilassarmi e non pensare al manicomio dove lavoro ;)

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